
"L'animo umano è come l'acqua del mare: profondo, insondabile, in continua trasformazione. C'è il tumulto delle onde, che riflette le tempeste interiori, e la calma della superficie, che nasconde correnti invisibili. Come il mare, l'anima si adatta al vento della vita, si modella sugli scogli delle difficoltà, ma non perde mai la sua essenza. Ogni goccia è un'emozione, un ricordo, un sogno. E come il mare si ritira per poi tornare con la marea, anche l'anima sa trovare la forza di rigenerarsi, di riscoprire la propria profondità, di abbracciare l'infinito." Tristano
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Intervista all'autore - Tristano Longo -
Una passione irrefrenabile, un mezzo per poter dare vita e sfogo alla propria fantasia. Lasciare impressi i propri pensieri su carta vuol dire portare a spasso "il lettore" nei propri pensieri e nella propria anima, chi meglio della scrittura potrebbe farlo?
Molto. L'idea è nata e cresciuta dalle mie esperienze personali. Ho sempre immaginato una situazione del genere durante le veglie a cui purtroppo ho assistito. Anzi ci ho creduto talmente tanto che spesso ho cercato inutilmente di percepire qualche segnale ma nulla di fatto solo lavoro della mia fantasia, a cui ho dato vita con il mio libro.
La realizzazione di un sogno nel cassetto.
Semplice. Avevo già in mente da subito il titolo, il mio messaggio era improntato sull'importanza e la ricchezza che ha il "TEMPO" nelle nostre vite,
Sicuramente porterei con me un libro di filosofia non uno in particolare l'importante è che tenga i miei pensieri sempre attivi sull'isola usando il pensiero come uno strumento di sopravvivenza. Un autore, Umberto Galimberti.
Cartaceo. Il profumo unico ed inconfondibile della carta stampata non potrà mai trasmetterlo un ebook.
Da sempre ho avuto questa passione, prima per la lettura e successivamente della scrittura. Per motivi di tempo e per impegni lavorativi ho sempre rimandato.
L'idea del libro nasce come ho già detto dalle mie esperienze di vita ,una in particolare che ho vissuto e che la mia fantasia ha fatto si che si avvicinasse alla storia narrata.
Sicuramente un enorme soddisfazione, il raggiungimento di una metà che non è un traguardo ma un punto di partenza.
Il mio amico fraterno Maurizio, mi fido molto della sua opinione ma sapendo che è di parte abbasso le sue recensioni di almeno due punti.
Interessante e sicuramente uno strumento che ti permette di svolgere altre attività durante l'ascolto, attività che però distolgono la completa attenzione dell'ascoltatore quindi fonte di possibile incomprensione o perdita di alcuni passaggi. Al libro va dedicata la giusta concentrazione e attenzione.
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Benvenuti su TRISTANOBLOG.COM
"L'Anima e le Parole"
In un mondo che corre veloce, dove spesso si perde il contatto con ciò che siamo davvero, "L'Anima e le Parole" nasce come uno spazio dedicato all'esplorazione dell'animo umano. Qui ci immergiamo nelle emozioni, nelle sensazioni più profonde e nei pensieri che abitano il nostro essere, con l’obiettivo di dar loro una voce autentica e sincera.
Questo blog è un viaggio nell’introspezione, una finestra aperta su ciò che spesso resta nascosto: le paure, i desideri, le gioie e i dolori che ci rendono unici. Parliamo di fragilità e forza, di sogni non detti, di quella parte di noi che trova rifugio nelle parole scritte.
Attraverso articoli, riflessioni e recensioni di libri che scavano nei meandri della psiche umana, vogliamo creare un dialogo con chi sente il bisogno di fermarsi, ascoltarsi e capire meglio se stesso e gli altri.
"L'Anima e le Parole" è un luogo dove ogni emozione trova dimora e dove la scrittura diventa uno specchio, capace di riflettere ciò che siamo e ciò che potremmo diventare.
Unisciti a noi in questo percorso fatto di parole che guariscono, storie che ispirano e pensieri che ci aiutano a riscoprire la bellezza dell’umanità, un passo alla volta.
Perché l'anima merita attenzione. E le parole possono cambiarci.

Il treno dell’ultimo viaggio
Bambino:
Dove... dove sono? Non ero a casa? Papà? Mamma?
Voce misteriosa:
Benvenuto, piccolo. Ti sei svegliato. Non tutti lo fanno.
Bambino:
Chi sei? Dove siamo? Questo... non è un treno normale.
Uomo misterioso:
No, non lo è. Questo è il treno dell'ultimo viaggio. Nessuno ci sale per caso.
Bambino:
Ultimo viaggio? Io non dovevo andare da nessuna parte. Voglio tornare a casa! Devo... devo andare da mamma e papà!
Uomo misterioso:
Tutti vogliamo tornare a casa, ma a volte non ci è concesso. Dimmi, piccolo, cosa ricordi?
Bambino:
Io... ero nel mio letto... fuori c'era un temporale... e poi... poi un rumore forte... un lampo... e... (si ferma, gli occhi si riempiono di lacrime)
Non ricordo...
Uomo misterioso:
A volte, ciò che accade prima del viaggio è confuso. Ma qui hai tempo. Non c’è fretta. Tutti noi dobbiamo capire perché siamo saliti.
Bambino:
Io non dovevo salire! Non è giusto! Voglio scendere!
Uomo misterioso:
Non puoi scendere. Non prima di sapere dove stai andando.
Bambino:
E tu? Perché sei qui?
Uomo misterioso:
Sono qui da tempo. Troppo tempo, forse. Non ricordo neanche più il mio volto, né il motivo per cui sono salito. Ma tu sei diverso... tu sei ancora giovane. Hai qualcosa da scoprire.
Bambino:
Allora ti aiuterò a ricordare. E tu mi aiuterai a tornare a casa.
Uomo misterioso:
Forse... forse possiamo provarci. Ma sappi questo: ogni risposta che troviamo, ci avvicina alla destinazione finale. E non sempre la destinazione è ciò che vogliamo.
Bambino:
C’è... c’è così tanta gente. Ma dove vanno tutti?
Uomo misterioso:
Tutti vanno verso qualcosa. Verso qualcuno. Ma pochi sanno dove si fermeranno.
Bambino:
Questo treno... non ha una fine.
Uomo misterioso:
Non per chi guarda con occhi pieni di paura. Ma ogni treno ha una fine. Dipende solo da quanto tempo vuoi restare a bordo.
Bambino:
Io non voglio restare! Voglio sapere perché sono qui!
. Si avvicina a una donna anziana, seduta immobile con le mani che stringono un fazzoletto consumato
Signora... per favore... lei sa dove siamo?
Donna anziana:
Io... io ero nel mio giardino. Stavo raccogliendo le rose... c’era il profumo del sole... e poi... poi ho sentito un freddo profondo. E ora sono qui.
Bambino:
Nessuno sa perché è qui? Nessuno lo sa davvero?
Uomo misterioso:
È il primo mistero di questo treno: capire perché ci sei salito.
Bambino:
Non volevo salire... non volevo...
Uomo misterioso:
Nessuno lo vuole, ragazzo. Ma non è mai una scelta. Ora, siediti. Il treno ci mostrerà la verità.
Bambino:
E se non voglio vedere la verità?
Uomo misterioso:
Non puoi fuggire da ciò che sei. Non qui.
Bambino:
Ma... questo treno si fermerà? Ci sarà una stazione? Voglio scendere.
Uomo misterioso:
Ogni treno si ferma. Prima o poi. Ma non sei tu a decidere dove, né quando.
Bambino:
Io... io non ho un biglietto. Non ho nemmeno una valigia. Non dovevo partire. Stavo dormendo, a casa mia... perché sono qui?
Uomo misterioso:
Nessuno porta valigie su questo treno. Non ce n’è bisogno. E il biglietto... è già stato pagato.
Bambino:
Pagato? Da chi? Io non ho chiesto niente! Voglio tornare indietro!
Uomo misterioso:
È questo che pensano tutti, all’inizio. Ma indietro... non si torna.
Bambino:
No, non può essere vero! Io non dovevo partire! Non volevo partire!
Uomo misterioso:
La vita non chiede il tuo permesso per cambiare. Né lo fa il treno dell’ultimo viaggio.
Bambino:
Io non voglio andare da nessuna parte! Voglio la mia mamma, il mio papà... il mio letto, il mio cane! Voglio casa.
Uomo misterioso:
Tutti vogliono casa, ragazzo. Ma a volte, devi perderti per capire dove si trova davvero.
Bambino:
Non capisco. Non capisco niente di tutto questo.
Uomo misterioso:
Lo capirai. Ma solo quando sarai pronto. E non prima.
Il treno sembra rallentare per un istante, un lieve scricchiolio che fa sobbalzare il bambino. Ma non si ferma: continua a correre nelle tenebre. La luce intermittente fuori dal finestrino si fa più forte, più vicina, come una lanterna che ondeggia nella notte. Il bambino la fissa, incapace di distogliere lo sguardo.
Bambino: cosa c’è laggiù?
Uomo misterioso: sorride appena, ma non risponde. Si alza in piedi e torna al suo posto, lasciando il bambino con il cuore pieno di domande e paure.
Bambino: si alza lentamente, guardando l’uomo con occhi pieni di confusione.
Tutti i giorni? Vuoi dire che... questo treno parte tutti i giorni?
Uomo misterioso:
Sì, ogni giorno. E ogni giorno, qualcuno vi sale. Non per scelta propria, ma perché è la vita che decide.
Bambino:
La vita? Vuoi dire che è stata la vita a scegliermi? Ma io non ho fatto niente! Io non dovevo salire su questo treno!
Uomo misterioso:
Nessuno pensa di dover salire. La vita prende decisioni che spesso non capiamo. Non guarda l’età, i sogni, o i desideri. Semplicemente... decide.
Bambino:
Non è giusto! Perché io? Perché non qualcun altro?
Uomo misterioso:
Non è questione di giustizia, ragazzo. È solo così. Non importa se sei giovane o vecchio, felice o triste. Quando arriva il momento, sali su questo treno.
Bambino:
E se io non volessi il mio momento? Se volessi tornare indietro?
Uomo misterioso: fa un passo avanti, appoggiandosi al suo bastone.
Ci sono tante cose che vorremmo. Ma la vita... o il destino, se preferisci chiamarlo così, non chiede il nostro permesso.
Bambino:
Allora perché mi hai detto che ogni treno ha una fine? Che c’è una stazione?
Uomo misterioso:
Perché è così. Tutti i viaggi finiscono. Anche il tuo. Ma prima di arrivare alla fine, devi capire perché sei qui.
Bambino:
E se non voglio capire?
Uomo misterioso:
Non capire non cambia nulla. Il treno continuerà a viaggiare. Ma se cerchi le risposte, forse troverai la pace che cerchi.
Il bambino si siede accanto a lui, in silenzio. Il rumore delle rotaie sembra ora meno assordante, quasi un mormorio costante. Fuori dal finestrino, la luce intermittente si avvicina sempre di più, pulsando come il battito di un cuore lontano.
Bambino:
Cosa c’è alla fine?
Uomo misterioso:
Non lo so. La fine è diversa per ognuno di noi. Ma ti prometto una cosa: quando arriverai, capirai.
Il bambino rimane in silenzio, fissando il vuoto. La sensazione di angoscia sembra attenuarsi, sostituita da una curiosità inquietante. Fuori, la luce si fa più forte, e il treno non accenna a fermarsi.
Bambino: fissa la luce che pulsa fuori dal finestrino, come se lo chiamasse. Si passa una mano tra i capelli, il volto teso, poi chiude gli occhi, cercando di ricordare
Prima che fossi qui… c’era qualcosa… qualcosa di importante. Ero… a casa, credo. Nel mio letto.
Uomo misterioso: lo osserva attentamente, senza interromperlo
Continua. Cosa ricordi?
Bambino:
Era notte. Fuori c’era il temporale… i lampi illuminavano la stanza. (pausa, la voce si incrina) Ho sentito qualcosa... un rumore forte. Come un colpo... poi, niente.
Uomo misterioso:
Un colpo? Cosa pensi fosse?
Bambino: scuote la testa, gli occhi si riempiono di lacrime
Non lo so… forse… forse qualcosa è successo. Qualcosa di brutto. Ma io non volevo. Io non volevo partire!
Uomo misterioso:
Nessuno vuole, ragazzo. Ma a volte, gli eventi ci trascinano, anche quando cerchiamo di resistere. Quel rumore… era forse l’inizio del tuo viaggio.
Bambino:
Non ha senso! Non capisco cosa mi sia successo. Non capisco niente!
Uomo misterioso:
Forse il treno ti aiuterà a capire. Ogni passeggero, prima o poi, inizia a ricordare. Ma i ricordi non arrivano tutti insieme. Sono come pezzi di un puzzle.
Bambino:
E se non voglio metterli insieme? E se voglio solo tornare a casa?
Uomo misterioso:
Tornare indietro non è possibile, ragazzo. Ma trovare la verità… è l’unico modo per capire dove stai andando.
Bambino:
Io non voglio capire… voglio solo svegliarmi.
Il treno sobbalza leggermente, come se avesse incontrato un ostacolo invisibile. Il bambino solleva la testa, allarmato. Fuori dal finestrino, la luce che pulsava lontano sembra improvvisamente vicina, illuminando per un istante il volto del bambino. E in quel momento, un’immagine sfocata attraversa la sua mente.
Bambino: La strada… c’era una strada. E una macchina! Sì… stavo correndo… ma perché?
Uomo misterioso:
Correndo? Stavi cercando qualcosa… o qualcuno?
Bambino: chiude gli occhi, stringe i pugni, cercando di concentrarsi
Il mio cane! Billy… era scappato. Stavo cercando di riportarlo indietro. Era buio… e poi… poi ho visto i fari.
Uomo misterioso:
Forse, ragazzo, è lì che il tuo viaggio ha avuto inizio.
Bambino:
Non è giusto… io volevo solo salvare Billy. Non volevo partire. Non volevo lasciare casa.
Uomo misterioso:
A volte, fare ciò che pensiamo sia giusto ci porta su percorsi che non possiamo controllare. Ma ciò che hai fatto… non è stato vano. Il treno ti porterà a capire.
Il bambino rimane in silenzio, cercando di mettere insieme i frammenti di memoria. Fuori dal finestrino, la luce intermittente sembra ora un po’ più stabile, quasi rassicurante. Ma il treno continua a correre nelle tenebre, come se il viaggio fosse ancora lontano dalla sua fine.
Bambino:
Billy… ricordo che abbaiava. E correva verso qualcosa… ma non ero io. Stava correndo verso qualcuno.
Uomo misterioso:
Qualcuno? Sei sicuro?
Bambino:
Sì. C’era qualcuno sull’altra parte della strada. Ma non riesco a vedere il volto… era una donna, credo.
Uomo misterioso:
Una donna… continua, ragazzo. Forse c’è qualcosa che devi ricordare.
Bambino:
Era… c’era una macchina. Era ferma, con i fari accesi. E lei stava lì, davanti. Aspettava Billy… come se lo conoscesse. E io… io ho attraversato la strada per raggiungerlo. Poi i fari... si sono mossi. La macchina… è partita!
Il bambino si ferma, il respiro affannoso, come se avesse corso. Gli occhi si riempiono di lacrime mentre un altro frammento di memoria emerge, nitido e terribile.
Bambino:
Ero io… io ero davanti alla macchina. Non sono riuscito a fermarmi in tempo.
Uomo misterioso: rimane in silenzio per un momento, poi parla con una voce lenta, piena di comprensione
È stato un gesto coraggioso, ragazzo. Non tutti avrebbero corso quel rischio per qualcuno o qualcosa che amano.
Bambino:
Ma chi era quella donna? Perché stava aspettando Billy?
Uomo misterioso:
Forse, lei è la chiave del tuo viaggio. Non tutte le risposte vengono subito… ma presto capirai.
Bambino: si alza di nuovo, camminando nervosamente nella carrozza, guardando i passeggeri. Nota per la prima volta una donna seduta qualche fila più avanti. Ha i capelli lunghi e castani, e tiene in grembo un piccolo cane bianco che lo guarda con occhi brillanti.
Aspetta… lei! Quella donna… è lei!
Uomo misterioso:
Se pensi di riconoscerla, forse dovresti parlarle.
Il bambino si avvicina lentamente alla donna, il cuore che batte forte. La donna alza lo sguardo, e per un attimo sembra sorpresa di vederlo. Poi sorride dolcemente.
Donna misteriosa:
Ciao, piccolo. Non pensavo di rivederti così presto.
Bambino:
Così presto? Ci conosciamo?
Donna misteriosa:
Ci siamo incontrati quella notte. Quando hai salvato Billy. Lui è qui con me ora.
Bambino:
Ma… cosa è successo davvero? Perché sei qui?
Donna misteriosa: lo guarda con dolcezza, ma i suoi occhi sono pieni di tristezza
Ero sulla strada per portare Billy al sicuro. Lui era scappato… e tu hai rischiato la tua vita per salvarlo. Ma qualcosa è andato storto.
Bambino:
La macchina… quella macchina mi ha colpito, vero?
Donna misteriosa:
Sì. Ma il tuo gesto… ha salvato Billy. E forse anche me.
Bambino:
Allora… io sono qui perché… sono morto?
Donna misteriosa:
Questo treno è per chi ha lasciato qualcosa di incompiuto. E tu… hai ancora domande. Ma so che troverai le risposte.
Il bambino rimane in silenzio, la mente affollata di pensieri. Sente una strana calma crescere dentro di sé, come se stesse iniziando a capire qualcosa di più profondo. L’uomo misterioso, rimasto poco distante, osserva la scena con un leggero sorriso, consapevole che il viaggio del bambino sta per entrare in una nuova fase.
Bambino: guarda la donna, poi il cane, con un misto di emozione e confusione
Ma perché… perché sei qui anche tu? Se io ho salvato Billy, tu non dovresti essere su questo treno.
Donna misteriosa: sorride dolcemente, ma con occhi pieni di tristezza
Forse la vita ha deciso diversamente anche per me. Non sempre le storie finiscono come vorremmo.
Bambino:
Non capisco. Ero solo un bambino, volevo salvare Billy… e tu? Chi sei per lui?
Donna misteriosa: si accarezza i capelli, come per raccogliere i pensieri
Billy era tutto per me. Era l’unico legame rimasto con mio figlio. Lui se n’era andato… troppo presto, proprio come te. Quando Billy è scappato, ho pensato che avrei perso anche lui. Ma tu… tu sei stato un eroe.
Bambino:
Non sono un eroe. Ho solo corso dietro a Billy… non volevo lasciare la mia famiglia. Non volevo essere qui.
Donna misteriosa:
Gli eroi non scelgono di esserlo. E anche se la tua famiglia ora ti sembra lontana, il tuo gesto li ha resi orgogliosi di te. Lo capirai, quando sarà il momento.
Uomo misterioso:
La vita ti ha scelto per quel momento, ragazzo. E hai fatto qualcosa che pochi avrebbero avuto il coraggio di fare. Ma questo non significa che il tuo viaggio sia già terminato.
Bambino:
Cosa significa? Ho ancora qualcosa da fare?
Uomo misterioso:
Tutti su questo treno hanno qualcosa di incompiuto. E non possiamo scendere finché non lo scopriamo.
Bambino: guarda di nuovo la donna, cercando un senso in tutto questo
E tu? Hai qualcosa di incompiuto?
Donna misteriosa:
Forse sì. Forse devo ringraziarti. Non ho avuto il tempo di farlo quella notte.
Bambino:
Ringraziarmi? Per cosa?
Donna misteriosa:
Per aver salvato l’unica cosa che mi legava ancora a mio figlio. Quando ho visto Billy tornare sano e salvo, ho sentito per un attimo che il mondo non era del tutto perduto. Hai portato speranza in un momento di buio totale.
Il bambino rimane in silenzio, le sue mani tremano leggermente. Si siede accanto alla donna, mentre il treno continua a scivolare nelle tenebre. Fuori dal finestrino, la luce intermittente sembra essersi trasformata in qualcosa di più chiaro: un tenue bagliore dorato, come l’alba che si avvicina.
Bambino:
Forse… forse non è stato tutto inutile. Ma non so se sono pronto a lasciare tutto.
Uomo misterioso:
Nessuno lo è mai. Ma il treno ci porta avanti, sempre. E quando sarai pronto, troverai la tua stazione.
Donna misteriosa:
E quando arriverai, ricorda: il tuo gesto ha cambiato più di quanto pensi. Non sei mai solo, piccolo.
Il bambino annuisce lentamente, mentre il treno sembra rallentare per un momento. La luce fuori dal finestrino si avvicina ancora di più, avvolgendoli in un caldo bagliore. Per un attimo, il bambino sente una strana pace crescere dentro di sé, come se il viaggio stesse lentamente rivelando il suo scopo.
Bambino: guarda fuori dal finestrino, la luce dorata sempre più vicina, quasi abbagliante
È bellissima… ma non voglio andare lì. Voglio tornare a casa.
Uomo misterioso: si avvicina lentamente, il volto serio ma pieno di una strana determinazione
Hai ancora molto da vivere, ragazzo. Non sei pronto per scendere alla stazione finale.
Bambino: si volta verso di lui, con un filo di speranza negli occhi
Vuoi dire… che posso tornare indietro?
Donna misteriosa:
Non è così semplice. Nessuno su questo treno può tornare indietro da solo.
Bambino:
Ma io non voglio restare! Voglio mamma, voglio papà! Ti prego, aiutami!
Uomo misterioso:
Forse… forse posso fare qualcosa. Ma non sarà facile.
Bambino:
Farai davvero qualcosa per me?
Uomo misterioso: annuisce, con uno sguardo risoluto
Non dovresti essere qui, ragazzo. La vita ti ha scelto per salire su questo treno troppo presto. Ma c’è ancora una possibilità di riportarti indietro… se sei disposto a fidarti di me.
Bambino:
Mi fido! Dimmi cosa devo fare!
Donna misteriosa:
Se lo fai, andrai contro le regole di questo treno. Non si può semplicemente lasciare andare qualcuno.
Uomo misterioso: si volta verso di lei, deciso
Le regole esistono per chi non ha più tempo. Ma questo ragazzo ce l’ha ancora. Non appartiene a questo viaggio.
Donna misteriosa: lo guarda negli occhi, poi sospira
E se sbagli? Se interferire con il suo destino porta conseguenze?
Uomo misterioso: con un sorriso sottile, carico di determinazione
Le conseguenze non sono nulla, se si tratta di dare una seconda possibilità.
Il treno sobbalza leggermente, come se percepisse ciò che stava per accadere. Fuori dal finestrino, la luce dorata sembra intensificarsi, quasi come se li stesse osservando. L’uomo si volta verso il bambino e gli fa cenno di seguirlo verso la fine della carrozza.
Uomo misterioso: mentre cammina, la voce ferma
Questo treno corre tra i confini del tempo e dello spazio. Le porte sono chiuse per tutti… ma c’è un modo per aprirle, se sai dove guardare.
Bambino: lo segue, il cuore che batte forte
E come posso tornare dai miei genitori?
Uomo misterioso: si ferma davanti a una porta in fondo alla carrozza, apparentemente invisibile agli altri passeggeri
Devi essere certo, ragazzo. Tornare indietro significa affrontare di nuovo la vita. Non sarà sempre facile. Ma sarà tuo. Vuoi davvero tornare?
Bambino:
Sì! Voglio tornare da loro! Non voglio lasciarli soli!
Uomo misterioso: sorride appena, poi posa una mano sulla porta, che inizia a brillare leggermente
Allora ascolta attentamente. Quando attraversi questa porta, sentirai una voce. Ti chiederà chi sei e perché vuoi tornare. Rispondi con il cuore, con la verità. E se la vita accetterà la tua risposta… tornerai a casa.
Bambino: lo guarda, esitante
E tu? Cosa succederà a te?
Uomo misterioso: con un sorriso malinconico
Io resterò qui, ragazzo. Questo è il mio posto. Ma sapere che qualcuno può tornare a vivere… sarà il mio modo di trovare pace.
Bambino: con le lacrime agli occhi
Grazie… grazie per avermi aiutato.
Uomo misterioso: gli posa una mano sulla testa, affettuosamente
Vai, piccolo. Torna alla tua famiglia.
Il bambino attraversa la porta, che si illumina di una luce abbagliante. Per un istante, tutto è silenzio. Poi, il rumore del treno svanisce, e il bambino sente una voce calda e gentile che gli chiede: "Chi sei? E perché vuoi tornare?"
Bambino: con il cuore in gola, risponde
Sono solo un bambino… e voglio tornare perché amo la mia mamma e il mio papà. Non voglio lasciarli soli. Voglio vivere.
La luce si intensifica, avvolgendolo completamente. Poi, un improvviso respiro profondo lo riporta al mondo reale: si sveglia nel suo letto, il temporale ancora fuori dalla finestra. È tutto finito. Ma il cane Billy gli salta addosso, leccandogli il viso, e il bambino capisce che è davvero tornato a casa.
l’uomo misterioso si siede al suo posto con un lieve sorriso. La donna misteriosa lo guarda e dice:
Donna misteriosa:
"Sei sicuro che fosse giusto?"
Uomo misterioso: annuisce, guardando fuori dal finestrino, dove la luce dorata ora è più distante
"Alcuni viaggi non devono ancora finire."
Il treno prosegue il suo cammino nelle tenebre, portando con sé nuove storie, nuovi passeggeri e nuovi destini da svelare.